E’ in questi spazi ludici che prende forma il progetto “Mettiamoci in gioco”, che prevede il finanziamento di educatori professionali che accompagnano i volontari in una continua formazione pedagogica, garantendo ai bambini ed ai ragazzi ospedalizzati, attività e gioco dal valore unico per una corretta crescita. Ogni bambino manifesta interessi e predisposizioni, oltre a creatività e voglia di giocare; il progetto ambisce a regalare a ogni bambino delle attività che donano personalità, oltre a favorire l’aggregazione con gli altri bambini ed a consolidare i rapporti familiari. Il tempo trascorso in ospedale prende una nuova forma, non di carattere distrattivo, ma di ricchezza personale.

Siamo orgogliosi di dire che l’obiettivo è stato raggiunto e che da Settembre 2014 il progetto è operativo nel reparto.

Il nostro comitato è riuscito a finanziare tale progetto per gli anni: 2014, 2015 e primo semestre anno 2016.

A raccontarci gli ottimi risultati raggiunti fino ad ora, ecco alcune testimonianze ...

 

…Innanzitutto il turno di giovedì è stato fantastico..

L’educatrice l'ho vista molto sciolta e a proprio agio in reparto. Molto bello è stato quando i bambini l'hanno riconosciuta sia come persona sia per il ruolo che riveste....mi fai giocare....che gioco mi hai portato....lei fa proprio da filo tra un giorno e l'altro. Di tutti i bambini conosce i nomi e li associa alle camere.

Con noi volontarie ci ha sottolineato l'importanza del tempo "definito" da passare con ogni bambino per non trascurare nessuno.

Ci ha lasciate libere di andare nelle camere che volevamo, le abbiamo visitate tutte ma non ci siamo soffermate da tutti i bambini o perché avevano la luce soffusa o perché avevano la visita dei parenti. Insieme a lei abbiamo conosciuto la bambina nuova ricoverata. E' una ragazza molto solare, sorridente che comunica anche con gli occhi (caratteristica importante per interagire con i bambini attraverso il linguaggio non verbale).

… un sostegno all'adulto, mettendoci all'ascolto del loro vissuto o dei loro bisogni, e del bambino assecondandolo  e distogliendolo per un po' attraverso il gioco.

Mentre ero in camera di una bambina a giocare, l'infermiera è entrata a farle una medicazione e a controllarle i drenaggi, la bambina non ha smesso di parlare e giocare con me!!!! Forse siamo riusciti a farle vivere un momento di normale vita da bambini!!!! poi non voleva che andassi via ma l'ho fatto e ho avuto la fortuna di conoscere una bambina squisita che pur essendo molto piccola mi ha preso il braccio, mentre mi guardava dritta negli occhi come a dirmi...dai ancora...parlami...sfoglia le pagine del libro....L'emozione che ho provato la sto riprovando anche adesso che ti sto scrivendo. Molto dolce e carina è stata anche la sua nonna che con grande naturalezza mi ha confidato tutte le gioie e le fatiche che hanno dovuto e dovranno affrontare. Lei ci conosce come associazione e ha sottolineato il fatto che adesso abbiamo un educatore...

...Secondo me il nuovo progetto Mettiamoci in gioco è vincente e mancava ai nostri bambini

 

il progetto Mettiamoci in gioco è stato un'esperienza per me costruttiva e positiva, che mi ha permesso di "mettermi in gioco" sia con i piccoli pazienti che con i genitori.

Ritengo che questo progetto oltre a coinvolgere maggiormente noi volontari, sia molto utile al fine di far conoscere l'associazione, la figura  e il ruolo del volontario in reparto. Inoltre, reputo fondamentale e preziosa la presenza dell'educatore nei vari turni.”

 

Dopo l’avvio del progetto “Mettiamoci in gioco” ho svolto due turni di volontariato serali.

La mia opinione riguardo alla nuova modalità di interazione con il reparto è altamente positiva.

Si entra fisicamente nelle stanze, si interloquisce con i genitori, si ride e si gioca con i bimbi, durante il primo turno sono stata nella stanza di una bimba ricoverata impossibilitata ad alzarsi dal letto; abbiamo giocato a carte e a oca. La cosa più bella è stata sentirla ridere di gusto e divertirsi.

Durante il secondo turno, invece, sono rimasta in ludoteca a svolgere diverse attività con i piccoli che potevano accedervi in maniera autonoma.

Fondamentale per tutto ciò è stata senza dubbio la presenza della figura professionale dell’educatore. L’educatrice, una persona non solo competente e pronta ad aiutarti, ma anche disponibile all’ascolto e attenta al confronto e allo scambio di pensieri. E’ importante la guida dell’educatore sia in riferimento alla tipologia di  gioco da svolgere e al comportamento da assumere, sia per quanto riguarda il

“rompere il ghiaccio” con le famiglie.

Queste ultime, vedendoli spessissimo in reparto, oramai conoscono gli educatori e si fidano di loro; di conseguenza, viene molto più facile anche per i volontari poter interagire con genitori e bimbiCredo che i piccoli degenti avessero proprio bisogno di momenti spensierati “tutti per loro” durante i quali essere semplicemente bambini e non bambini-malati.

Concludendo, il bilancio dei primi due turni è davvero soddisfacente

 

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